scrivere a(p)punti

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una presenza riempie,un’assenza svuota.un posto almeno.quello sul treno per esempio.
vorrei saper controllare questa cosa ogni tanto.
non dico il flusso in uscita ed entrata ma la reazione.quella del dopo.
quella del vuoto immediatamente dopo il pieno.
ricordo che ne “la ricerca della felicità” will smith dava nomi ai momenti della sua vita.
se dovessi intitolare questo, direi che si chiamerebbe “il momento in cui non trattengo.”
non mi trascino niente dentro.
se stasera ci sono,stanotte già più.lascio tutto oltre la soglia.
e fuori è pieno e dentro è vuoto.
perciò scrivo a(p)punti.
sorrisi nuovi,sorrisi vecchi,occhi distratti,mojito pomeridiani,parole dette al vento.
non resta niente fuori da uno sportello,e poi dentro,oltre un portone.
dove andrai?non lo so.
non resti?volevo provarci.
sei come le monetine belle e luccicanti nelle fontane grandi e sacre.se ne restano li per un bel pò a custodire i desideri segreti degli altri fino a che passano i ladri.

penso che almeno i ladri ti rimettono in circolo.
e poi forse capita..si poi forse capita ad un resto alla cassa o negli sportellini semiabbandonati delle cabine telefoniche.se qualcuno le usa ancora.
si,poi forse capita li,dove ti trovano per caso e dimenticato da chissà chi.
però ci sono fin troppe fontane grandi e sacre.e troppi desideri segreti.
e la gente ama desiderare e mettersi di spalle a lanciare monetine.