Signor Huynh (abbiamo fatto bene a venire qui)

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Mer 15/02/23 17:52. Kon Tum, terrazzino del Gàc Mang Re Kafé

E’ possibile piangere sul sedile posteriore di una bianca Toyota da ricchi, tra strade di terra rossa al centro sud del Vietnam.

<< La luna oltre la montagna >> , dice il signor Huynh.

La luna come monito che è spreco arrendersi davanti alla noia o al dolore della vita, se dall’altra parte hai un panorama da raggiungere.

<< Quando ti hanno trattato così male e tolto tutto compresa la dignità, quando ti fanno sentire come se fossi solo spazzatura, capisci cosa è importante davvero, che devi cercare la luna oltre la montagna. >>

La mia guerra che è tanto diversa dalla sua,mi sale in gola e mi rimette la pistola alla tempia. Vorrei dirgli che sono qui anche per questo, vorrei dirgli che so come ci si sente nudi di quella nudità. Ma non lo so. La verità è che conosco solo la mia e che forse solo adesso, dopo più di dieci anni, sto cercando la luna oltre la montagna.

Dice che non ce l’hanno con gli americani per la guerra ma che spesso sono gli americani a punirsi ancora da soli. Il loro dolore, quello vietnamita, invece, ha maniere silenziose di riaffiorare dagli strati più profondi della carne, fino quasi a evaporare via.

E mentre mi chiedo se sia davvero così, del dolore, dice, è bene viverlo ognuno a modo suo. << Piangi, se ti fa bene >>.

Che poi, penso, è quello che ha imparato qualcuno che non si è convinto di aver imparato per forza qualcosa. Non una su tutte, almeno.

Scrive poesie in vietnamita e in inglese, il signor Huynh.

Scrive dell’amore, del dolore, del disappunto, delle speranze, dei sogni. E ad ogni “tag” , sottolinea : << degli esseri umani >>.

Trai soldati che combattevano ad una mano sola (perchè con l’altra proteggevano i civili) , che stessero col nord o col sud; con gli americani o coi comunisti, ci si uccideva, certo, ma adesso -per chi è sopravvissuto- ci si siede accanto a bere vino di riso o birra di manioca e fumare tabacco ancora verde, o sigarette di Saigon. Che no, non si dice Ho Chi Minh, da queste parti. Perchè qui non è per tutti un eroe.

Chi lo sa qual è la versione giusta della vita. Dei giovani che vede persi, crede che stiano sprecando la loro libertà, perchè forse non riconoscono nemmeno di averla. Di questo governo corrotto, invece, è bene dimenticarsene e vivere di quelle cose che ti fanno emozionare. Educare un ragazzo o una ragazza della giungla forse è buona cosa ma pisciare sotto il chiaro di luna è sicuramente un livello insuperabile.

Tra quei sorrisi cuccioli un pò sdentati e le facce e le mani e i piedi provati della gente del villaggio di Kon Pring, non è facile trovare una scorciatoia trai pensieri e i sensi di colpa sulla propria superficialità.

Cammino tra queste mura di legno e paglia e capisco che questa trattativa, forse, non reggerà mai il passo del mio cuore e probabilmente nemmeno quello del cuore del signor Huynh.

Abbiamo fatto bene a venire qui.